API Google cosa sono, ecco cosa è cambiato con il nuovo piano tariffario in vigore dal 16 luglio 2018.
Pour Api, sigla di Application Programming Interface, si intende un’interfaccia di programmazione utilizzata dagli sviluppatori, promossa dai produttori di software (ad esempio i grandi brand), al fine di agevolarne il lavoro relativo alla creazione di applicativi.
Da un punto di vista tecnico possono essere considerati degli strumenti messi a disposizioni dai vari marchi, con cui i programmatori ottengono maggiori opzioni lavorative, come l’espansione di applicazioni, software e via dicendo. Ciò avviene con la possibilità di integrare contemporaneamente due parti, che siano piattaforme o programmi, normalmente non affini fra di loro.
API Google cosa sono
Le API possono essere rilasciate in maniera massiccia, tramite vie ufficiali, oppure a professionisti specifici. Quest’ultima opzione viene prediletta da alcuni dei grandi marchi, così da avere un maggiore controllo sui programmatori che vi lavorano. Altre invece comprendono appieno le potenzialità nell’avere una grande quantità di software per i propri applicativi.
Un chiaro esempio di Api potrebbero essere quelle rilasciate da Google.
API Google come funzionano
Come principale punto di riferimento per spiegare al meglio il concetto riguardo alla domanda API Google cosa sono potremmo mostrare quello connesse a Google Maps. L’azienda californiana le “offre” agli sviluppatori in modo tale da usufruire del servizio di cartografia digitale per gli scopi più disparati, dalla creazione di mappe esclusive all’inserimento sugli applicativi interni ai dispositivi mobili.
Le Api Google Maps vengono adoperate dai vari siti per integrare la mappa, affinché vi siano più informazioni riguardo la posizione dell’impresa e su come raggiungerla. Questo servizio fino a poco tempo fa era gratuito per le aziende, senza superare alcuni paletti. Ma le cose sono cambiate.
Api Google a pagamento
L’azienda di Mountain view ha rivelato l’arrivo di alcuni cambiamenti riguardo Le Api Google Maps. Dal 16 luglio del 2018 sono diventate a pagamento, al superamento di un certo limite, calcolandone l’effettivo utilizzo.
Ciò è dovuto ad una netta variazione dei consumi, come riportato dalla nota ufficiale, riassunta nelle righe seguenti: “dato che i costi dei nostri prodotti sono dipesi dal consumo, si pagherà solo il reale utilizzo”. Nella dichiarazione è riportato che un’azienda avrà a disposizione gratuitamente ogni mese 200 dollari, con la possibilità di determinare un certo limite da non valicare, onde evitare potenziali aumenti.
Cosa cambia
Dalle 25 mila gratuite di visual Maps quotidiane si è passato alle 28 mila, ma conteggiate al mese. Superato questo limite devono essere pagati 7 dollari ogni 1000 viste.
Sarà necessario possedere un profilo per la fatturazione, con metodo di pagamento associato. L’azienda ha a disposizione 200 dollari gratuiti al mese per l’uso delle API Maps. Superato questo limite diviene necessario sborsare il proprio capitale. La mappa non verrà visualizzata in caso di mancato pagamento (superato il limite imposto).
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