Stop pubblicitĂ  gioco d’azzardo, molte le incongruenze

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Lo  stop pubblicità gioco d’azzardo figura tra i focus principali del Decreto Dignità promosso dal governo insediatosi pochi mesi fa. Si tratta di manovra che influenzerà fortemente l’attività degli inserzionisti AdWords di Google che operano nel settore. Una normativa per nulla esente da critiche, nonostante il fine apprezzabile.

Con la riforma targata 5 Stelle – Lega, che entrerà presumibilmente in vigore ad inizio 2019, è stato dato il via alla lotta contro la ludopatia. Un impegno necessario, ma che non ha chiarito del tutto la sua finalità. Lo stop pubblicità gioco d’azzardo impone agli AdWords che operano in Italia il non poter reclamizzare in alcun modo qualsiasi prodotto inerente a questa tematica. Gli inserzionisti ADS sono stati avvisati della direttiva emessa dal governo italiano tramite un’email inviata da Google. In essa viene ricordato che questa attività promozionale può continuare a persistere nelle altre Nazioni, nelle quali non sia presente tale divieto.

Stop pubblicità gioco d’azzardo? Non del tutto

Stop pubblicitĂ  gioco d'azzardo promosso dal nuovo governo

Stop pubblicitĂ  gioco d’azzardo promosso dal nuovo governo

Lo stop pubblicitĂ  gioco d’azzardo mira a contrastare l’eccessivo sperpero di denaro a discapito delle famiglie italiane. Un male che affligge milioni di persone nel nostro paese. Però non è tutto oro quel che luccica. Questa direttiva non porterĂ  ad una drastica riduzione dei giocatori incalliti, i quali continueranno ad esistere. Ad aver la peggio saranno tutti gli addetti ai lavori, i quali perderanno il proprio impiego. Senza dimenticare tutti gli imprenditori del settore che vedranno ridurre drasticamente i propri introiti, con conseguente licenziamento dei propri dipendenti. Ma andiamo con ordine.

Secondo le ricerche effettuati dai migliori analisti e dalla società più affermate nel settore statistico, questo divieto porterà ad una consistente riduzione degli introiti in Italia (fonte Nelsen). Oltre 50 i milioni di euro nell’anno corrente, fino ai 75 nel 2020. Numeri significativi, ma le falle nel sistema non si fermano qui.

Questo atto governativo prevede la possibilità per gli inserzionisti di adeguarsi a tale normativa. Pertanto, fino a 12 mesi dopo l’entrata in vigore, non subiranno conseguenze. Tuttavia ciò che balza all’attenzione di chi è avverso a tale normativa è che il divieto non può essere retroattivo. I contratti firmati precedentemente alla riforma, non ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, potranno essere rispettati fino alla data di scadenza.

Lega Calcio Serie A contro il divieto

Anche la lega del massimo campionato italiano ha espresso il suo disappunto. Non a caso il business del calcio è legato ad un filo stretto al mondo delle scommesse. Numerose agenzie di betting infatti promuovono il proprio marchio tramite partnership con i club, oltre la metà in Serie A, sponsorizzando il logo nelle maglie e nei prodotti di merchandising. Di conseguenza la chiusura forzata di questi contratti comporterebbe una perdita di varie centinaia di milioni.

Stop pubblicità gioco d’azzardo, no al Lotto

Ciò che alimenta ulteriormente le motivazioni dei detrattori è il fatto che alcuni giochi, tra i quali Lotto, SuperEnalotto e Lotteria Italia, sono esenti da tale divieto. Un vero e proprio controsenso riguardo il fine auspicato da questa riforma, considerando i milioni di italiani che quotidianamente sperperano il proprio denaro nei vari esercizi adibiti a questi giochi.

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Gianluca Gentile